giovedì 30 giugno 2011

lunedì 6 giugno 2011

Dal mare

 Da qualche parte bisognava iniziare...
Con l'avvento del digitale è diventato tutto più facile, basta scattare in continuazione e prima o poi qualcosa di buono verrà fuori, senza per altro nessun costo aggiuntivo.
Se poi non si è ancora soddisfatti, ci si assicura solamente di avere messo perfettamente a fuoco il soggetto, in seguito sarà possibile manipolare il raw con il software dedicato.
Era un'altra era geologica: dentro uno sgabuzzino senza finestre di quasi un metro e mezzo per due metri e mezzo, con la lampada inattinica (la mia era rossa), il contenitore a spirale, tre vaschette, gli acidi e l'ingranditore in bianco e nero a pasticciare. Ricordo ancora i costi altissimi per ogni singola foto, dovuti sia alle sciocchezze compiute da autodidatta sia al fatto che gli acidi li cambiavo spesso perchè sviluppavo singole pellicole, non ce la facevo ad aspettare di raccoglierne almeno una mezza dozzina. Senza considerare il costo della carta fotografica. Roba da benestanti, un pò come avere un gommone di quattro metri.
Già... Dallo scatto alla stampa passava almeno un giorno, se non due o tre. Tempi improponibili nell'odierna fast life.
Però il sapore e rimasto lo stesso: guardare dentro il mirino e giocare a comporre l'immagine, mettere a fuoco o sfuocare, dare profondità o appiattire, sovraesporre oppure no; il tutto per dare un senso, per cercare di spiegare quello che si sta provando in quel momento ed in quel luogo, per trasmettere qualcosa. Oppure semplicemente per bloccare il trascorrere del tempo a futura memoria, anche solo per se stessi.
L'unica accortezza da prendere, di questi tempi, è stampare quella foto, al limite di salvarla dentro la cartella "very important", altrimenti si rischia di perderla nel mare di foto salvate su tutte le memorie possibili, pc, cellulari, compatte e reflex.
...Inizio dal mare.