venerdì 21 agosto 2015

P.A.S.M., questa sigla misteriosa.

Per ottenere il meglio dalla vostra fotocamera è necessario conoscerne a fondo tutte le funzioni. Apprendere le modalità di esposizione disponibili sulla macchina è un buon modo per iniziare, aiuta ad ottenere foto correttamente esposte ed a sperimentare. Piccola guida per i neofiti.






P: Program (Programmata)
A: Aperture priority (a priorità di diaframma)
S: Shutter Priority (a priorità di tempi)
M: Manual (manuale)

Spendere una barca di soldi per acquistare la reflex top di gamma, appena prodotta, e poi limitarsi a scattare solo con i programmi pre impostati, come fosse la più semplice delle compatte o lo smartphone, questo perchè la pigrizia suggerisce che è troppo complicato approfondire, meglio rendersi la vita facile!
Credo sarebbe molto più intelligente tenersi la "modesta" entry level DX ed investire su obiettivi di qualità!
E se capita che qualcuno ti osservi e ti chieda incuriosito che macchina hai, che obiettivo monti, come usi il diaframma, se preferisci i tempi veloci, che fai? Se non conosci i fondamentali e non vuoi fare brutta figura, preso dal panico, ti troverai a giochicchiare con la ghiera delle esposizioni cambiando i pre-impostati (ritratto, paesaggio, sport, macro), giusto per darti un tono...
Anche per te stesso non credo sia una grande soddisfazione andare in giro, per esempio, con una D4s e non utilizzarne a pieno le potenzialità e le funzioni disponibili. Probabilmente la mia è solo invidia e tu sei uno ricco sfondato!!
Al di la degli scherzi sperimentare è stata sempre la mia parola d’ordine. Sbagliare non è peccato, specialmente se si è autodidatta, e migliorarsi si può e si deve, un minimo bisogna saperlo. Se la passione per la fotografia, dopo l'entusiasmo iniziale, rimane e qualche risultato arriva non resta che continuare a studiare.
Premetto che qui si parla di tecnica, di come si fa ad ottenere immagini perfettamente esposte. Ciò non è sinonimo di belle foto, per quelle bisogna avere occhio, prontezza di riflessi, stile, regole, gusto, magari fortuna. Molte di queste doti si acquisiscono solo con lo studio e la pratica, osservando cosa fanno i più bravi, per esempio guardando le loro foto, ascoltando i loro racconti. Di libri di fotografia ne è pieno il mondo ed iscriversi a gruppi che trattano di fotografia sui social network può fare solo bene.
Allora: la perfetta esposizione. Per riempire un lavandino d'acqua basta aprire il rubinetto. Possiamo farlo in svariati modi: per esempio aprire il rubinetto a manetta per pochi secondi o lasciarlo sgocciolare per ore. In ogni caso il risultato sarà quello di riempire il lavandino fino al bordo.
Paragoniamo il flusso dell'acqua all'apertura del diaframma della nostra macchina fotografica. Più sarà aperto e maggiore risulterà la luce che entra. A questo punto bisogna associare il tempo giusto per evitare sovra o sotto esposizioni (foto troppo chiare o foto troppo scure - lavandino con l'acqua che sborda o pieno a metà!). Tutto qua.
La nostra reflex, ritornando al “P.A.S.M.” ci offre diverse possibilità.

Ghiera impostata su “P” - Programma
In modalità Programma è la macchina a decidere il giusto rapporto tempo/diaframma. A noi rimane appena qualche regolazione, non secondaria ma già si passa ad un livello superiore. A parte decidere la focale (in parole povere l'ingrandimento se utilizziamo uno zoom), possiamo bilanciare il bianco (foto più “calde” o più “fredde”), decidere il tipo di esposizione (spot, media ponderata al centro, matrix) o compensare l'esposizione stessa.
Questa impostazione è utile per lo scatto di corsa, per la foto rubata (ad esempio la street photography). Mettiamo a fuoco ed avremo le nostra bella foto, senza problemi ma spesso senza altre soddisfazioni.

Ghiera impostata su “A” - Priorità di di apertura diaframma
In questa modalità abbiamo la possibilità di scegliere l'apertura di diaframma e la camera calcolerà il tempo di esposizione più adatto. Questa modalità serve a controllare la profondità di campo dell'immagine, cioè la porzione di spazio che sarà messa a fuoco.
Più è chiuso il diaframma (più è alto è il valore f) maggiore sarà la profondità di campo. Maggiore è il valore f più lungo sarà il tempo che la macchina imposterà per avere la giusta esposizione, cioè diminuisce la velocità dell'otturatore. Attenzione ai tempi bassi; se il diaframma è molto chiuso, rischiate di ottenere una foto mossa se non utilizzate il cavalletto. Di norma fino ad 1/60 o 1/30 di secondo (se avete la mano ferma, poi è meglio non rischiare) non dovreste avere problemi.
Utile per ottenere lo sfondo sfuocato, per esempio fotografando un primo piano o per ampliare la porzione di spazio a fuoco se ne avete la necessità (gruppo di persone a varie distanze o panorami).

Ghiera impostata su “S” - Priorità dei tempi di esposizione
La priorità del tempo di esposizione è l'inverso della priorità di apertura del diaframma. Qui si sceglie il tempo di posa e la macchina calcolerà l'apertura del diaframma corrispondente. Adatta a “frizzare” le immagini in movimento se si usano tempi veloci o ad ottenere scie utilizzando tempi lunghi. Attenzione all'obiettivo, se si scelgono tempi velocissimi e l'ottica montata non dispone di grosse aperture di diaframma la foto verrà immancabilmente sottoesposta, a meno che non ci sia una considerevole luminosità ambientale. La profondità di campo dipenderà dall'apertura di diaframma che la camera sceglie. Si utilizza spesso nel riprendere scene di sport, scene in movimento, ma non solo.

Ghiera impostata su “M” - Modalità Manuale
In modalità Manuale avete entrambi i parametri da impostare, tempi e diaframmi. Per ottenere la giusta esposizione potete fare affidamento sull'esposimetro della macchina che vi indica se la foto è sovra o sottoesposta. Naturalmente non si può giocare sul comando di compensazione dell'esposizione, basta sotto o sovraesporre manualmente, variando la velocità dell'otturatore e l'apertura del diaframma, per ottenere lo stesso risultato.
Largo alla fantasia, ai tempi lunghissimi (sempre il cavalletto, mi raccomando), alle foto notturne, alle sovraesposizioni estreme, ai flash esterni, ai colpi di luce, agli esperimenti con la lampadina tascabile, alle foto di studio, a tutto quello che vi viene in mente.

Consiglio all'inizio una pratica frequente (magari in compagnia di qualcuno più erudito) ed un quaderno per gli appunti, oltre a non arrendersi ai primi insuccessi. I risultati e le soddisfazioni non tarderanno ad arrivare. A questo punto sarete pronti a comprendere tutte le altre funzionalità più evolute della vostra fotocamera, e ne scoprirete alcune veramente fantastiche!

lunedì 17 agosto 2015

Snav Lazio


Panorama notturno


Yellow moon


La regola della Sezione Aurea



Al contrario della regola dei terzi, la regola della sezione aurea è più ostica da applicare e da comprendere. E’ una regola matematica che definisce le proporzioni degli spazi secondo una formula ben precisa: “La sezione aurea è un numero che esprime il rapporto fra due grandezze a e b tali che la maggiore delle due sia medio-proporzionale tra la minore e la somma delle due (in formule b : a = a : (a+b))” -  (fonte Wikipedia)
La sezione aurea, tramandata fin dall’epoca dei Babilonesi e degli Egizi, discende dal numero aureo del matematico italiano Leonardo Fibonacci  (1,618033) che lo calcolò intorno al 1202.
La regola distribuisce i soggetti all’interno dell’inquadratura in una proporzione crescente tra le aree adiacenti. L’inquadratura risulta ancora più particolare.

 Questà è una immagine che rende meglio l’idea.




Questa è una mia applicazione della regola.

La regola dei Terzi



Semplice regola per la composizione dell’immagine da fotografare, di facile applicazione, forse la più conosciuta delle regole in fotografia (universalmente utilizzata in tutte le arti figurative da secoli). Bisogna suddividere l'area dell'inquadratura in 9 sezioni (alcune macchine fotografiche hanno già nel mirino la griglia di suddivisione, così come molti desktop dei maggiori software di post produzione delle immagini) e posizionare il soggetto o i soggetti in uno dei punti di intersezione o lungo le linee stesse di separazione. L'immagine risulterà più dinamica ed armonica e produrrà un effetto accattivante e piacevole.


Non è una regola obbligatoria, permette però di non fare foto tutte uguali, i classici scatti col soggetto principale al centro. Il mio utilizzo della regola dei terzi rimane spesso confinato alla suddivisione dell'area tra cielo e paesaggio, ponendo la linea dell'orizzonte sulla riga superiore od inferiore della griglia a seconda se voglio dare più importanza all'uno piuttosto che all'altro. Soprattutto non sono molto fiscale nella suddivisione delle aree tutte uguali.



Fondamentale invece la ritengo per dare dinamicità ai soggetti in movimento, lasciando più spazio all’inquadratura verso la zona in cui si dirige il soggetto stesso.