mercoledì 24 agosto 2016

La Street photography


Su internet ci sono centinaia di siti che spiegano, dettagliatamente, come fare delle ottime fotografie in giro per strada. In questi spazi virtuali si parla di attrezzatura, di tecnica, di difficoltà, di come muoversi, come settare la macchina, come vestirsi, a che ora puntare la sveglia, cosa mangiare prima di uscire e che libro leggere la sera tornati a casa. Tutto vero, condivisibile ed utile.
Intanto voglio fare qui un breve riassunto di quanto ho letto in giro, aggiungendoci anche qualche esperienza personale. Se ritenete di essere esperti in questa branca dell'arte fotografica saltate tutto ed andate in fondo alla pagina, troverete quello che io ritengo essere il principale suggerimento che mi sento di dare se vorrete cimentarvi, più o meno seriamente, anche voi nella street photography.



Definizione di Street photography (da Wikipedia): La street photography ("fotografia di strada") è un genere fotografico che vuole riprendere i soggetti in situazioni reali e spontanee in luoghi pubblici al fine di evidenziare in maniera artistica alcuni aspetti della società. Tuttavia, la street photography non necessita la presenza di una strada o dell'ambiente urbano. Il termine “strada” si riferisce infatti ad un luogo generico ove sia visibile l'attività umana, un luogo da osservare per catturarne le interazioni sociali. Di conseguenza la composizione può anche essere del tutto priva di persone o addirittura un ambiente dove un oggetto assume delle caratteristiche umane.

Leggendo sopra si intuisce benissimo la differenza tra Street photography e Voyeurismo!

Per iniziare bisogna sottolineare un fatto: per cogliere la spontaneità di un soggetto bisogna in qualche modo essere il più "invisibile che si può". Quindi è indispensabile andare in giro senza portarsi appresso la reflex con un cannone da 500 mm di focale e lungo mezzo metro. In questi casi è da preferire una compatta di qualità, ci sono in vendita dei piccoli gioielli (purtroppo il loro prezzo si aggira a volte intorno ai 1000 euro) che non fanno per niente rimpiangere una quotata reflex e relativo obbiettivo luminoso (Da provare assolutamente le "app" dedicate sui cellulari, che permettono di controllare queste macchine in remoto, alla stregua di un piccolo James Bond). Una batteria di riserva non fa mai male.
Anche l'abbigliamento è importante: se vado allo stadio mi vesto da tifoso, non ci arrivo in frac! Niente zainetti marcati, tracolle brandizzate, cappellino con il marchio in bella vista e gilet multi tasca che fa tanto "fotografo da safari". Importanti sono le scarpe comode ed un ombrello se la stagione lo richiede.
Spesso, anzichè andare a zonzo senza meta, è da preferire un tavolino di un bar e gustarsi un'ottima granita. L'unico accorgimento è quello di scegliere un locale che si affacci su una piazza, su una via affollata, su una strada dove si suppone a breve accadrà qualcosa.
Dovete sempre essere pronti a scattare, quindi fotocamera perennemente accesa, preferendo un'impostazione che vi permetta la ripresa migliore: se vi serve la profondità di campo, impostare l'obiettivo in grandangolare, col diaframma più chiuso possibile facendo attenzione al tempo, che deve essere abbastanza veloce per evitare il mosso, nel caso giocare con gli ISO senza troppo esagerare rischiando di generare rumore. Io preferisco scattare con diaframmi molto aperti, avvicinandomi ai soggetti per stagliarli dal fondo.

Un bravo street photographer deve avere occhio e sapere cogliere l'attimo. Quindi: o sei sensitivo, o sei fortunato o sei allenato; quest'ultima caratteristica è l'unica che si può migliorare facendo esperienza e non demoralizzandosi ai primi insuccessi.

Se dopo lo scatto il soggetto non si accorge di te, oppure non è interessato alle tue azioni e continua il suo percorso di vita, problema risolto. Se dopo lo scatto il soggetto (o i soggetti!) si accorge di te e ti chiede spiegazioni in modi più o meno urbani e violenti insorge il problema.
Cosa fare? Provare, tanto per cominciare, a sfoderare il classico sorriso a 48 denti è un buon inizio; nella metà delle volte se ne esce indenni. Provare a spiegare quello che si sta facendo aiuta, spesso il lato narcisista delle persone prende il sopravvento. Il terzo passo è mostrarsi disponibile a cancellare lo scatto, a volte questo premia. L'ultimo passo, se non si vuole sfiorare la lite, è darsela a gambe prima possibile, specie se la controparte è o diventa numerosa.

Infine, ecco il principale "piccolo" suggerimento personale, detto anche "suggerimento di La Palice":
potete andare in giro sperando nell'episodio fortunato oppure, meglio, decidete prima cosa volete fotografare, creandovi l'occasione. Mi spiego meglio: se volete catturare, per esempio, delle immagini di disagio sociale non andate per le vie del centro cittadino ma spostatevi nelle periferie, meglio ancora se degradate. Se volete riprendere scene di gioia e divertimento i parchi cittadini o le feste all'aperto sono da preferire ai cimiteri!!!
Documentatevi sulle manifestazioni che avverranno dalle vostre parti (scioperi, i vari Pride, concerti, riunioni anche elettorali, promozioni di libri con relativo autore che firma le copie ai fan), danno sempre degli ottimi spunti e, soprattutto, le foto rubate sono più tollerate.
I miei luoghi preferiti (amo il rischio!) sono i mercati storici, le fiere dell'usato o le piazze di periferia della mia città.
Ah, programmate una tipologia alla volta, non è detto che l'occasione capiti nella mezz'ora dedicata ad una zona piuttosto che ad un'altra, spesso è utile sostare in un luogo parecchie ore. Infine una massima sempre valida: "Gli scatti migliori spesso li fa chi ha il culo più grosso". Scusate il francesismo!

mercoledì 17 agosto 2016

Fotograre di notte la volta celeste.

Per chi ha la possibilità di possedere, come me, un terrazzo con vista sul mare ed ampia porzione di cielo stellato tutto è più semplice. Spesso però la ricerca di un bel posto poco illuminato può portarvi in luoghi sperduti, in cima ad una collina in mezzo al nulla, in una spiaggia deserta, in zone raggiungibili solo a piedi. In questi casi il peso da portarsi appresso diventa un problema.

Cominciamo ad elencare il minimo indispensabile da mettere nello zaino:
a) Macchina fotografica con modalità di regolazione delle impostazioni in manuale, relativa batteria di riserva e qualche schedina di memoria supplementare;
b) un treppiede stabile (il vento è sempre in agguato);
c) almeno un obiettivo grandangolare, ma non è indispensabile;
d) un dispositivo di scatto remoto (anche questo non indispensabile perchè esiste sempre la possibilità di usare l'autoscatto);
e) torcia elettrica sia per controllare le impostazioni dell'apparecchio fotografico, sia per illuminare oggetti in primo piano (e pile di ricambio perchè quelle montate si scaricano sempre quando servono);
f) penna e taccuino per segnare i parametri delle foto più riuscite e le caratteristiche ambientali, vi serviranno la volta successiva per non perdere tempo a sperimentare;
g) telo impermeabile per proteggere la macchina in caso di pioggia.

A questo aggiungerei un bel ombrello e, per i pigri e chi ha spazio e voglia, un piccolo sgabello richiudibile. Se poi avete a vostra disposizione degli sherpa potete portarvi appresso un portatile con software di image editing installato, un capiente hard disk ed una piccola tenda igloo.
Anche d'estate, di notte in certe zone può fare parecchio freddo, quindi una felpa, un cappellino ed un kway aiutano, oltre a non indossare pantaloncini che invogliano le zanzare a fare amicizia. A questo proposito, uno spray antizanzare costa poco ed è facilmente trasportabile.
Acqua, caffè caldo in thermos, crackers e caramelle sono consentiti, panini con la mortazza o la frittata di cipolle no, possono attirare ospiti indesiderati (leggasi cani randagi, nella migliore delle ipotesi!). A volte un rotolo di carta igienica può fare la differenza!
Infine non dimenticare mai il cellulare, carico (magari dove siete c'è campo), e di avvertire qualcuno della vostra gita fuori porta nel caso in cui tardaste a trovare la via di casa!
Se poi organizzate le vostre uscite in compagnia sarà anche meglio.
Una vota arrivati alla metà, possibilmente in una notte senza luna e aiutati nella scelta del posto da Google Skymap per trovare e provare a fotografare la via lattea, sistemate la fotocamera sul cavalletto e montate il vostro obiettivo più luminoso e con lunghezza focale minore, poi mettete la macchina in manuale.
Il tempo di posa, per ottenere una foto d'effetto, si aggira sui 20-30 secondi (attenzione alla regola del 600); io inizierei da qui.
Chiudere un pò il diaframma aiuta ad aumentare la profondità di campo per una migliore messa a fuoco. A volte, con diversi obiettivi, bisogna regolare il fuoco poco prima di "infinito".
La regolazione del valore ISO dipende dall'apparecchio: provare per trovare il valore più alto senza che si generi troppo rumore.
A questo punto provare qualche scatto (mi raccomando lo scatto remoto o l'autoscatto) ed iniziate a sperimentare regolando, di volta in volta, la messa a fuoco, il tempo, il diaframma o l'ISO. Non dimenticate mai di prendere appunti.

Infine un suggerimento: nell'inquadratura, se potete, includete un oggetto in primo piano, spesso rende la foto più interessante. Potete usare un albero, una persona, una roccia, una scarpa! E' arrivata l'ora di utilizzare la torcia elettrica che vi siete portati appresso; dopo avere scattato, nei 20 o 30 secondi che seguono dovete illuminare il primo piano, anche non permanentemente, passando il fascio di luce due o tre volte sull'oggetto. Anche qui è importante sperimentare.
Secondo me farete delle belle foto.

Regola del 600 (o anche del 550 o del 500!)

Fotografare un cielo stellato di notte non è difficile, bisogna considerare però che tutti gli oggetti che popolano il nostro firmamento (stelle, pianeti, la luna) si muovono, e pure velocemente.
Per fotografare le stelle, negli scatti notturni, spesso si usano tempi lunghi con la macchina posta sul cavalletto. Se si esagera nel tenere troppo l'otturatore aperto il rischio è quello di avere delle immagini di stelle che, invece di puntini luminosi, somigliano a delle scie.
Per ovviare a questo inconveniente esiste una regola detta "regola del 600", da aggiustare in corsa (del 550 o del 500) se il mosso persiste.
La regola del 600 indica semplicemente i tempi massimi (in secondi) da utilizzare prima che il movimento degli astri sia percettibile nelle vostre foto. Questo valore si ricava dividendo il numero 600 per la lunghezza focale (nelle full frame) dell’ottica utilizzata.

La tabella qui sopra indica il tempo di scatto, in secondi, per le ottiche full frame, per le DX Nikon e per le APS-C Canon.
Per altri formati basterà moltiplicare il valore della colonna "Full Frame" per il fattore di crop del vostro sensore.
Come dicevo prima, se il mosso persiste con queste impostazioni cambiare il dividendo in 550 0 500, diminuendo così il tempo di esposizione.